PIANO DI FUGA (modesta proposta)
Ufficio Tecnico
arteideologia raccolta supplementi
nomade n.1 dicembre 2007
LETTI E RILETTI
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_I misteri di Roma
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[omissis] [1]

PER UNA CARTOGRAFIA DELL'OSPITALITA'

Definiamo paludi catastali quelle vaste aree del territorio (normalmente definite "urbane") quando presentano una elevata densità di muri stagnanti, di cancellate e reticoli e altri impianti di esiguo, medio o elevato spessore, che vengono denominate briglie catastali.
Queste "briglie" sono andate disponendosi tra le masse edificate nei singoli comparti edilizi per rinsaldarsi nel comune programma di occupazione territoriale frazionata (così come viene evidenziato nelle rappresentazioni in scala 1:1000) e ripartirli sul campo come corpi trincerati, ovvero isolati. 
L'estendersi della rete costituita dai vari "isolati" serrati dalle briglie, ma soprattutto la loro "verticalizzazione" - che causa la formazione dei corridoi urbani - , impedisce il deflusso degli umori tiepidi che trasudano dalle pareti domestiche e colano giù lungo le scale condominiali per raccogliersi infine ai piedi di codeste briglie, ove ristagnano in diverticoli putridi e maleodoranti definiti pozze notarili, nei quali si sviluppano degli organismi di ordine inferiore del tutto particolari tra cui alligna il rovinoso dittero classificato come "meschino urbano", dal ventre molle e proboscide perforante. 
Nella stagione calda, con l'aumento della pressione e l'incremento dei trasudi domiciliari, dalle "pozze" esalano delle fermentazioni e dei miasmi infetti che generano un malessere che si manifesta sottoforma di febbri intermittenti e perniciose.
A causa della scarsità solidale che sbriciola i terreni, le aree emerse rapidamente degradano in polveri estremamente volatili ad ogni pur lieve spirar di vento; così il suolo urbano non produce e non offre che scarsissimi servizi e occasioni civiche di conforto; e quelle poche sono di arida e bassa qualità sociale ed umana, talché i vasti acquartieramenti ne vengono pressoché desolati.
Le popolazioni che ivi risiedono - e persino quelle che si trovano in posizione defilata rispetto alla direzione dei venti dominanti - dimagriscono a vista d'occhio ogni anno che passa.
Gli abitanti vi risultano fiacchi e accasciati; hanno volti pallidi, sparuti, verdastri, ventri eccessivamente rigonfi che producono offe tributarie particolarmente nefaste ai salici e ai tigli, i quali ne soffrono visibilmente e tristamente defoliano. 
E se uno volesse uscire dal proprio domicilio -incensato spesso con odori di fritture e cavoletti lessi- per poter controllare con occhi non catodici le felicità dei glicini appesi ai cancelli, subito la visione di quelle coloriture costipate e stanche gli procura eruzioni multiple sull'epidermide; e soltanto con antipiretici specifici - neppure previsti dal prontuario della Sanità Pubblica - è possibile arginare appena l'avanzata inarrestabile delle allergie. 
In tale situazione (qui sommariamente profilata lungo la linea di minor ribrezzo) interviene la bonifica catastale, che principalmente sul "trattamento" delle briglie poggia la propria prassi; vuoi procedendo con abbattimenti sistematici di quelle concrezioni proprietarie, secondo un piano esecutivo di interventi effrattivi che prevedono varchi, brecce, scavalconi ecc.; vuoi con altri rimedi ingegnosi atti a consentire il deflusso delle stagnate marcescenti dagli isolati e dai comparti, per convogliarle tutte entro opere d'arte predisposte per lo smaltimento rapido e definitivo delle ganghe notarili
Una volta individuate sulle mappe catastali (scale più basse dell'1:1000) i singoli polder edilizi da sottoporre a bonifica, si predispone il sistema già sussistente dei "corridoi urbani" in guise tali da utilizzarli quali colatori e diversivi di vario ordine e grado, sfocianti tutti in un collettore primario, e ancora in un canale allacciante nel quale si riversano tutti i tributi dei corridoi, per infine convogliare (con l'ausilio di macchine idrovore, opportunamente individuate e/o predisposte) il flusso fetido verso le vasche di scolata, dalle quali finalmente le torbide laterizie (ferrose o cementizie che siano) tutte così raccolte, sublimeranno da quei siti per evaporazione o assorbimento diretto nelle viscere della terra, senza inquinare le falde sottostanti. 
Le operazioni conclusive per la sistemazione del polder urbano bonificato solitamente prevedono una fase ulteriore con messa in opera di specifici manufatti che possano in vario modo agevolare la trasformazione delle barriere residuali (eventualmente persistenti in forma di macerie) in membrane osmotiche capaci di regolare e facilitare la percorribilità sul territorio al passaggio dei desideri lungo sentieri che si fanno da soli; impedendo, con ciò stesso e altresì, il riformarsi dell'intrico di briglie con il conseguente ristagnare delle fetide notarili, che tanta insanità inducono negli stanziali. 
Una volta ultimata la bonifica, celermente interi comprensori e quadranti topografici interessati, sopravento o sottovento che siano, ne trarranno benefici immediati. >
Roma (Italy) 1995
Ed ulteriore salubrità incrementale potranno apportare altre sistemazioni integrative. Come quella che affronterà la rovinosa invasione delle porte blindate - le quali si incistano fin dentro le architetture dominiali e condominiali, scavandovi sacelli e alvei tanto profondi da risultare inaccessibili alle ventilazioni naturali che giungono dalle cime gelide dei monti lontani o dalle vette temperate dei campanili. 
I vantaggi apportati dalla bonifica integrale si estenderanno rapidamente all'intero territorio regionale e nazionale, trasfor-mandolo in un unico spazio sabàtico che stimola e potenzia le opzioni dell'andare e del venire senza scopo e senza termine alcuno; dove la città scivola perennemente dietro un orizzonte che si spinge in avanti o indietreggia ad ogni avanzare o indietreggiare di quanti liberamente vi si muovono.
Gli abitanti stessi, finalmente risanati dal meschino urbano, e finanche liberi dai laceramenti piagnucolosi degli antifurti elettronici, ritroveranno la limpidezza dello sguardo accidioso che moltiplica le vie e gli obiettivi in un labirinto interminabile di emozioni architettoniche ed umane sempre rinnovabili nelle intersezioni tettoniche dei paesaggi al cocomero, dei refoli mentolati, o dei raggi solari non più ulceranti.
Una tale città diviene presto il luogo degli incontri e dei siti in tempo reale.
Qui ogni oggetto si rende imprendibile, poiché ogni passo è esso stesso l'oggetto agognato, mèta e bersaglio ogni volta colpito e preso in premio, e subito rimesso in gioco.
Allora la città coincederebbe con la Polis; e se in tale città ognuno è sempre raggiunto dall'altro, allora essa coinciderebbe anche con il Demos.
Se infine - per coronare il tutto - eventi storici di portata epocale spazzassero via per sempre l'avvilirsi delle necessità sul Mercato, in questo completo spazio dell'ozio e dello sbafo ogni cosa riavrebbe indietro il proprio valore, e ricadrebbe su sé stessa congiungendosi per sempre con il desiderio e rinnovandosi nel godimento.
Talché ognuno terrebbe sottoscacco l'utile con il dilettevole.

Allora, di fronte alla vastità di una città capace di crescere senza divorarsi gli abitanti, il più incallito dei "flaneurs" vedrebbe impallidire la propria golosa immaginazione nell'andirivieni continuo di inattesi scorci prospettici e incorsi monumentali; e persino potrebbe anche stupirsi nel provare l'apnea dell'angustia sottoscalare o l'agorafilia altimetrica delle vastità dall'alto di attici aventini.
E da tutto questo l'intero Paese trarrà sommo giovamento, e sarà d'esempio dirompente anche nell'Oltr'Alpe.

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[1] - Dai Verbali dell'Ufficio Tecnico per l'Immaginazione Preventiva 1993-1995 nel catalogo della mostra "Ad Usum FAbticae" (edizioni De Luca - Roma 1995)